Sta andando forte il film su Diabolik, realizzato dai fratelli Manetti. C’è Luca Marinelli nei panni del celebre criminale dei fumetti, Miriam Leone in quelli della eterna compagna Eva Kant e Valerio Mastandrea in quelli del commissario Ginko. Per prepararsi a vedere il film ecco alcune curiosità che ancora non conoscete sul genio del male. E se ancora non lo sapete, vi diciamo che Diabolik è ancora in edicola: tira centomila copie al mese, il terzo fumetto d’avventura più venduto in Italia dopo Tex e Dylan Dog.
Diabolik, l’ispirazione arrivata dai pendolari in stazione
Diabolik nasce dal talento e dalla creatività di Angela Giussani. L’ispirazione – ha raccontato – le venne attraversando la stazione Cadorna di Milano dove arrivano i treni da tutto il Nord della Lombardia. Molti pendolari – siamo agli inizi degli anni sessanta – erano assorti dalla lettura di gialli tascabili. Pensò quindi di dedicarsi alla scrittura di storie di gialli ma a fumetti riprendendo il concept di Fantomas; questi era l’inafferrabile ladro francese protagonista di romanzi del duo Marcel Allain/Pierre Souvestre pubblicati a partire dal lontano 1911. Un po’ Fantomas, un po’ Lupin, Diabolik cambia la storia del fumetto giallo italiano, entrando nel costume e nell’immaginario collettivo.
Il vero Diabolich
Diabolich (senza K), nel 1957, aveva riempito per mesi le cronache nere dei quotidiani a Torino, compiendo un feroce omicidio e firmandosi così. Una storia che aveva appassionato l’Italia, tanto da spingere l’editore Boselli a ripubblicare il giallo “Uccidevano di notte” col titolo “Diabolic: uccidevano di notte”, questo fece capire agli editori che l’argomento poteva essere di interesse popolare.
La prima storia di Diabolik
L’anno di nascita di Diabolik è il 1962. Il primo numero è stato disegnato dal misterioso Angelo Zarcone, detto “il tedesco”: a pochi mesi dall’inizio della serie svanì nel nulla. Il formato è studiato apposta per stare comodamente nelle tasche dei cappotti dei pendolari, per poterlo leggere in treno o sulle banchine in attesa. Sottotitolo: il re del terrore.
Dal numero 14 della serie originale Luciana Giussani, che aveva aiutato la sorella Angela a distribuire il fumetto nelle edicole milanesi, comincia a a co-firmare le sceneggiature di Diabolik. Una sorellanza criminale che dura fino al 1987, anno della morte di Angela. Luciana morirà nel 2001.
Il logo: occhi di ghiaccio
Anche chi non conosce il fumetto riconosce il logo di Diabolik, che accompagna da 59 anni il fumetto; gli occhi di ghiaccio del criminale che guardano dalla mascherina nera. Si deve al genio ed al talento di Remo Berselli, storico illustratore di libri per ragazzi e disegnatore di fumetti, questo iconico simbolo, mai cambiato da allora.
Ricordiamo poi che non ci sarebbe Diabolik senza Eva Kant. Presente già nel terzo episodio della serie, cambia radicalmente l’immagine della donna dei fumetti; non la bella che ha bisogno di essere salvata, ma una vera e propria compagna di vita e lavoro per Diabolik, complice alla pari delle sue imprese e spesso indispensabile per la riuscita dei colpi. Ambigua, intelligente, sexy senza essere volgare, è dotata di ottimi gusti. Ama riempire la casa di oggetti cult del design italiano degli anni ’70, alcuni dei quali oggi sono esposti al celebre Museo di arte Moderna (MOMA) di New York; Eva e Diabolik, nel chiuso della loro casa, sono una coppia alto borghese che ama circondarsi di arte e cultura.
Il fumetto che vanta numerosi tentativi di imitazione
L’enorme successo di Diabolik ispirò una intera generazione di criminali a fumetti, tutti “con la K”: il terribile Kriminal, la bella Satanik, il satirico Kattivik, e influenzando persino i disegnatori della Disney italiana, col decisamente più simpatico Paperinik, che verrà adottato anche dagli Usa.
Diabolik, i film
Inevitabile il passaggio dal fumetto al film: se fossimo a Hollywood, Diabolik avrebbe almeno 7-8 colossal con grandi attori. Ma in Italia il criminale dagli occhi di ghiaccio non ha la stessa fortuna. Il primo progetto di film tratto dai fumetti di Diabolik è del 1965: il produttore Tonino Cervi acquista i diritti di trasposizione cinematografica. Vengono scelti l’attore francese Jean Sorel ed Elsa Martinelli. Dopo alcune settimane di riprese, la lavorazione del film venne sospesa.
Nel 1968 a portare Diabolik al cinema è Mario Bava,mago degli effetti speciali: un film onirico, ispirato ai fumetti ma anche capace di discostarsene. Nel 1966 cominciano le imitazioni: Kriminal è del 1966 diretto da Umberto Lenzi. Satanik, protagonista femminile del fumetto nero italiano, è portata sullo schermo nel 1968 dal regista Piero Vivarelli. Da allora passano 53 anni e due fan del fumetto, i Manetti Bros, coinvolgono Mompracem, Rai Cinema e la casa editrice Astorina: finalmente Diabolik è nelle sale italiane.
Diabolik, la mostra
Accanto al film, per i fan più accaniti, a Torino, al Museo Nazionale del Cinema, nella Mole Antonelliana, fino al 14 febbraio 2022 si svolge la mostra Diabolik; a cura di Luca Beatrice, Domenico De Gaetano e Luigi Mascheroni. Oggetti di scena, tavole dei fumetti, l’auto di Diabolik, la celebre Jaguar E-Type, tutto sul personaggio dei fumetti.