Nel momento in cui si parla di separazione e divorzio, è evidente che siamo davanti a un argomento piuttosto delicato nel quale purtroppo esistono diverse errate convinzioni, a partire da che cosa succede in caso di infedeltà
Quando si parla di separazione con addebito o divorzio per colpa
Quando si parla di separazione con addebito o divorzio per colpa si fa riferimento a una sanzione aggiuntiva a causa della violazione dei doveri coniugali e familiari. È possibile procedere in questo modo solo e unicamente in caso di separazione e divorzio giudiziale che avviene davanti a un giudice nel momento in cui non si trova l’accordo per una separazione di tipo consensuale.
La misura è applicata nei casi di divorzio e separazione nel momento in cui presenta l’intollerabilità della convivenza coniugale provocata proprio dalla condotta del coniuge fedifrago. Il codice civile prevede tali conseguenze in specifici articoli che questo investigatore privato a Milano molto professionale conosce bene tanto che spesso si affianca a un avvocato esperto in separazione e divorzio cioè il diritto familiare.
Quali sono gli obblighi matrimoniali
Al fine di capire meglio la questione, vale fare vale la pena fare un passo indietro e ricordare quali sono gli obblighi matrimoniali previsti dalla legge. Per iniziare, tra i due coniugi vige l’obbligo di fedeltà assieme poi all’assistenza morale e materiale, il dovere di collaborazione nell’interesse familiare, la coabitazione.
Se in sede di divorzio giudiziale una parte riesce a dimostrare la condotta in appropriata che viola uno o più di questi obblighi, si può parlare di addebito o colpa che in questo caso sono sinonimi e producono i medesimi effetti.
Quando l’infedeltà costituisce una causa per l’addebito
Proprio perché costituisce una violazione degli obblighi coniugali, l’infedeltà giustifica una separazione con addebito. Tuttavia, questa affermazione non è sempre valida ma meglio analizzare nel dettaglio i casi in cui il tradimento costituisce la colpa e l’addebito delle spese del divorzio.
Il coniuge che viene tradito, in linea di massima, può portare davanti al giudice una domanda di separazione con addebito a carico del coniuge fedifrago ma non sempre arrivano gli effetti desiderati. Infatti, bisogna dimostrare che la violazione dell’obbligo di fedeltà sia avvenuta in precedenza alla fine del matrimonio e non successivamente. Secondo la più recente giurisprudenza, la violazione dell’obbligo di fedeltà da sola non giustifica in tutti i casi l’addebito soprattutto se la condotta illecita è successiva all’intollerabile intollerabilità della convivenza ma produce semplicemente una conseguenza.
In altre parole, il tradimento deve effettivamente essere la causa della fine del matrimonio e rende intollerabile stare sotto lo stesso tetto. Invece, non porta alla separazione con addebito se il matrimonio era già finito prima e non e quindi la causa principale della fine del rapporto. Diverse persone sono convinte che il tradimento possa in qualche modo giovare loro in sede di divorzio; tuttavia, bisogna fare molta attenzione perché non è un automatismo. Occorre provare quanto si afferma anche rivolgendosi a questo investigatore privato a Milano molto professionale esperto in infedeltà coniugale e tradimento che può raccogliere le prove necessarie.
In termini pratici, vale a dire che le valutazioni fatte durante un divorzio giudiziale possono diventare lunghe e insistenti comportando un aumento dei tempi e, allo stesso tempo, dei costi. Bisogna quindi mettere sui piatti della bilancia tutti gli aspetti e valutare bene se conviene o meno presentarsi davanti al giudice. Diverse persone giustamente temendo lungaggini e altre spese, scelgono il divorzio consensuale che prevede quindi la ricerca di un accordo sui diversi aspetti tra le due parti seguite da figure come mediatori familiari o anche avvocati. Tuttavia, in questo caso non è possibile procedere con l’addebito.
Se si decide di procedere con il divorzio giudiziale significa che sarà il giudice a prendere ogni decisione in merito ai vari aspetti in maniera insindacabile perciò non si può più tornare indietro.al giudice spetta il compito di svolgere una valutazione globale e comparare le condotte di entrambi i coniugi poiché non è possibile discernere il comportamento dell’uno senza un confronto con quello dell’altro coniuge. Solo la comparazione consente al giudice di esprimere un giudizio in merito alla crisi matrimoniale. Il nesso di causalità non è quindi automatico come alcuni erroneamente credono.